Non che l’estate dei ghiaccioli
frutto di povertà
fosse solo la fiacca dell’incertezza
ma l’inedia dei pomeriggi appiccicosi
cullava come le onde di un pigroso mare
Non che il bagliore di fuoco
negli occhi delle lucertole
fosse solo l’odio antico della preda
ma i loro corpi squamati davanti a fionde omicide
nell’attesa di ogni varco erano giusto premio
alla stanchezza dei nostri fianchi
Non che fosse solo il sogno delle cicale
ossessivo in quella luce
ma allo sciabolio del sole liquefatto sul fieno
il loro fremito racchiuso nelle mani
era ancora l’estate animale della collina
che scoprivamo fra le fronde
nell’esplodere dei nidi
Non che il giocare dei colori
fosse delle orchidee
ma le timide margherite tiepide di verdi acquatici
cantavano discretamente in quei ripari
rubati a quegli immensi e luminosi cieli